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Questo è il grande problema dell’informazione ai tempi del “web evoluto”, quello cioè, in cui chiunque può riversare la propria opinione su un social network.
Ma andiamo con ordine, perché è proprio sulla distorsione della percezione, e la somma di percezioni errate, che si fondano alcune teorie sbagliate che circolano online. Ovviamente mi focalizzo sul problema dei morti in strada.
 
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PERCEZIONE: Presa di coscienza nell'ambito dell'esperienza sensibile oppure delle possibilità o delle disponibilità dell'intuizione. Qualcosa che riguarda il singolo individuo. Esempio 1: Mario tutti i giorni nel tragitto casa-lavoro incontra un gruppo di ciclisti indisciplinati. Sofia tutti i giorni incontra un gruppo analogo. Mario e Sofia giungono alla conclusione che tutti i ciclisti siano indisciplinati. Magari in quel gruppo di ciclisti, un giorno, uno di loro investe un pedone. Ergo > Il problema dei morti in strada sono tutti i ciclisti che investono i pedoni.
 
REALTÀ: La qualità e la condizione di ciò che è reale, che esiste in sé e per sé o effettivamente e concretamente. La realtà, in questo caso, si basa sui DATI raccolti in un determinato ambito, in questo caso (la sicurezza stradale in Italia) nazionale.
La realtà prescinde dalla somma delle percezioni, anzi spesso la percezione del singolo non ha alcun riscontro nella realtà.
 
Il problema dei social qual è? Aver posto sullo stesso piano l’opinione di Mario e Sofia e la loro “percezione”, con la realtà basata sui dati. Come diceva il buon Umberto Eco un tempo, prima dei social network, Mario e Sofia, al massimo, avrebbero avuto la possibilità di discuterne al bar, davanti a un camparino. Ora Mario e Sofia possono entrare sul web, alimentare discussioni, influenzare persone con il proprio percepito, trovare adepti con percezioni simili, fondare pagine o, addirittura, far nascere movimenti basati sulla propria percezione.
 
Il tutto con la complicità di chi fa informazione e, troppo spesso, si perde tra le varie percezioni senza mutarle in favore della divulgazione della realtà.
E allora andiamo a vedere alcuni dati (vi rimando all’Articolo completo su Bikeitalia.it per tutti gli approfondimenti) basati sull’ultima raccolta ISTAT pubblicata a metà 2022 e riferita al 2021.
 
PERCEZIONE: “I monopattini sono il problema della sicurezza stradale” vs. REALTA’: in Italia nel 2021 solo 9 morti erano utenti in monopattino (e non tutti con colpa ovviamente), mentre SOLO 1 PEDONE è morto a causa di un utente in monopattino. Capite? Un solo morto a causa di un monopattino.
A fronte di questo abbiamo registrato 2875 vittime in strada.
 
Globalmente in tutta Europa il tasso di mortalità in strada è del di 44,7 morti/milione di ab. mentre in Italia si attesta a 48,6! Quindi, altra percezione sbagliata, il definire “tutto il mondo è Paese”: fuori dai confini si muore meno in strada. Se poi facessimo una scrematura prendendo come riferimento i nostri vicini di casa (Francia, Spagna, Svizzera, Austria) e i Paesi del Nord-Europa, il confronto sarebbe a dir poco impietoso (la media tiene conto anche di Paesi in cui infrastrutture, avanzamento tecnologico e sicurezza dei veicoli, condizioni di istruzione, etc, sono ben al di sotto dei nostri)
 
Ed ora veniamo alla Percezione finale, quella per cui “Il problema della sicurezza in strada sono i ciclisti indisciplinati”.
 
Ecco qui sempre secondo i dati ISTAT (che potete incrociare con quelli ancor più dettagliati e impietosi presenti sul sito della Polizia di stato) circa le 3 cause principali di incidenti mortali e non in strada:
 
1. Distrazione alla guida (utilizzo smartphone, e altri)
2. Mancato rispetto della precedenza
3. Velocità troppo elevata
 
Sulla base di questi dati capirete bene che “si possiamo anche preoccuparci del gruppo di ciclisti che Mario e Sofia ogni giorno incontrano in strada, possiamo tirargli le orecchie, dargli un buffetto o ritirargli la bici e metterli in punizione ma NO, non sono loro il problema!”
Possiamo anche far sparire tutti i monopattini dalla faccia della terra ma “no non sono quelle 9 povere vittime a costituire il problema nazionale delle quasi 3000 morti”
Il problema è ben più radicato e articolato, e bisogna agire sulle cause reali non sulle percezioni. Poi potrei anche anticiparvi il fatto che, in realtà, più monopattini, più biciclette, più pedoni, TPL potenziato e mobilità condivisa possono aumentare la sicurezza e diminuire i morti sulla base di studi reali, ma non voglio annoiarvi oltremodo 

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